Allarme globale sui deepfake: parte l’offensiva contro i video falsificati
Si affinano le tecnologie, ma sono le persone che tendono a credere alle truffe senza filtri. Big tech si attiva per prevenire i danni
Un rapporto pubblicato ad agosto da VMware, riferibile a un sondaggio online sugli attacchi informatici condotti su base mondiale a giugno, ha rilevato un crescente aumento dell’utilizzo di deepfake: ben due su tre degli intervistati ne sono rimasti vittime, con un incremento del 13% rispetto al 2021.
L’evidenza che consente di spiegare l’adozione di questa tecnica risiede nel vantaggio di poter eludere facilmente i controlli di sicurezza delle vittime, ingannando i dipendenti delle organizzazioni e facendo loro credere di interagire con persone reali.
È ciò che è accaduto, ad esempio, a un direttore di banca di Hong Kong che aveva ricevuto una videochiamata da un direttore di un’altra banca il quale gli chiedeva di effettuare un trasferimento di denaro. Nel video compariva l’immagine del vero direttore, ma si trattava di una rappresentazione abilmente manipolata, la cui credibilità avrebbe successivamente indotto il direttore della banca cinese ad effettuare un trasferimento di ben 35 milioni di dollari sul conto corrente indicato.
A luglio scorso il Federal Bureau of Investigation (Fbi) aveva lanciato un avvertimento alle aziende statunitensi sulla diffusione dei deepfake per la conduzione di attività criminose. A inizio marzo è stato pubblicato un video in cui il presidente ucraino Volodymyr Zelensky invitava i suoi soldati a deporre le armi e ad arrendersi all’esercito russo. Ovviamente si trattava di un falso neppure perfettamente realizzato, dato che presentava delle anomalie tecniche riscontrabili persino ad occhio nudo. Ciononostante, la sua diffusione in rete suscitò, almeno nella fase iniziale, una sorta di sgomento su buona parte di coloro che lo avevano visionato.
Secondo un rapporto del 2021 del Dipartimento per la sicurezza interna degli Stati Uniti, la minaccia dei deepfake non deriverebbe molto dalla tecnologia utilizzata per crearli, ma dalla naturale inclinazione delle persone a credere a ciò che vedono.
Di certo, i grandi player del settore tecnologico come Google, Microsoft e Meta hanno apertamente condannato la tecnologia deepfake e stanno concentrando gli sforzi per creare strumenti sempre più performanti per identificare questi video alterati. Microsoft, ad esempio, sta creando una nuova tecnologia anti-deepfake per combattere la disinformazione meglio nota come Microsoft Video Authenticator .
Nonostante gli sforzi, nondimeno, non siamo affatto vicini al raggiungimento di un sistema efficace in grado di distinguere i contenuti audio/video reali da quelli falsi. Alcuni dei migliori strumenti disponibili sono Counter.social , Deeptrace , Reality Defender e Sensity.ai. Quest’ultimo, a detta di alcune indiscrezioni, sembrerebbe essere il primo autentico di rilevamento deepfake a livello mondiale.
L’efficacia del sistema di differenziazione tra contenuti veri e falsi rappresenta l’elemento su cui stanno concentrando gli sforzi di tutte le aziende impegnate allo scopo. Ciò è dovuto essenzialmente all’attuale livello di affidabilità delle piattaforme al momento disponibili, che si attesta a poco più del 65%. Persino i servizi cognitivi di Azure sono stati ingannati il 78% delle volte.
Anche Rijul Gupta, co-fondatore di DeepMedia, con sede a Oakland, in California, in una recente dichiarazione rilasciata in merito alla inarrestabile espansione dei Deepfake, ha ammesso: «Tutto sarà in grado di essere falsificato in tempo reale”».
FONTE: ilsole24ore