Ieri con un tweet Paypal ha annunciato la definitiva abilitazione anche al resto del mondo del servizio Checkout With Crypto che abilita i pagamenti crypto presso i circa 29 milioni di merchants in tutto il mondo, che accettano Paypal come mezzo di pagamento.
Pagamenti Paypal con Checkout With Crypto
A marzo di quest’anno Paypal aveva annunciato la prossima uscita del servizio di pagamenti “Checkout With Crypto” per consentire ai consumatori americani di effettuare pagamenti presso milioni di commercianti usando le criptovalute dai loro portafogli Paypal.
Aveva affermato il CEO di Paypal:
“Questa è la prima volta che puoi utilizzare senza problemi le criptovalute allo stesso modo di una carta di credito o di debito all’interno del tuo portafoglio Paypal”.
I pagamenti potranno essere fatti per ora solo con le quattro criptovalute principali, e cioè Bitcoin, Ethereum, Bitcoin Cash e Litecoin.
Aveva affermato Dan Schulman, presidente e amministratore delegato, PayPal.
“Il passaggio a forme digitali di valute è inevitabile, portando con sé chiari vantaggi in termini di inclusione finanziaria e accesso; efficienza, velocità e resilienza del sistema di pagamento; e la capacità dei governi di erogare rapidamente fondi ai cittadini”.
“La nostra portata globale, l’esperienza nei pagamenti digitali, la rete bilaterale e i rigorosi controlli di sicurezza e conformità ci offrono l’opportunità e la responsabilità di aiutare a facilitare la comprensione, il riscatto e l’interoperabilità di questi nuovi strumenti di scambio. Siamo ansiosi di collaborare con le banche centrali e le autorità di regolamentazione di tutto il mondo per offrire il nostro supporto e contribuire in modo significativo a plasmare il ruolo che le valute digitali svolgeranno nel futuro della finanza e del commercio globali.”
Paypal, l’app crypto più scaricata
Secondo la famosa società di ricerca specializzata sulle app per mobile, App Annie, i download mondiali delle prime cinque app di criptovaluta hanno raggiunto un totale di 46 milioni di download nel terzo trimestre, con un aumento del 75% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Proprio PayPal è stata l’app di criptovaluta più scaricata a livello globale. App Annie stima che circa la metà dei download globali totali tra le prime cinque app crittografiche provenissero da PayPal solo nel trimestre di settembre.
Roma a 56k, i topi rosicchiano la fibra e internet torna all’età della pietra
Tuffo nel passato per Trastevere che si risveglia agli inizi del 2000 quando le pagine internet si caricavano tra un caffè e l’altro con la simpatica colonna sonora del modem a 56k. A pochi metri da piazza Trilussa squadre di tecnici stanno provvedendo a rimettere in piedi la rete a fibra ottica dopo che i topi ne hanno rosicchiato i cavi. Il segnale internet è ‘down’ in tutta la zona di Trastevere e per i fortunati che riescono ad accedere la linea arriva a singhiozzo.
“Sono i topi che si mangiano tutto, rosicchiano il filo e divorano la fibra all’interno”, racconta il tecnico Giancarlo Gerosi al Corriere, intento a lavorare con Saverio Battisti e altri ragazzi della squadra, con mezzo busto che esce dai sanpietrini. “Il problema principale è che il segnale volta per volta rischia di diventare sempre più debole”, aggiunge.
Una tragedia per chi lavora da casa con la rete, soprattutto in questi ultimi mesi in cui l’alternativa non c’era. Ma i roditori non vivono solo a Roma. Durante la scorsa campagna elettorale a Parigi il tema è entrato in programma al pari di altre tematiche come l’immondizia, la pulizia e il decoro. Anche la rieletta (ed acclamata) sindaca della Ville Lumière, Anne Hidalgo, non è esente da critiche per non aver risolto del tutto il problema. Aveva infatti lanciato un nuovo modello di bidone della spazzatura a prova di topi anche se questa soluzione non ha del tutto funzionato.
Stesso problema a New York dove il neoeletto sindaco Eric Adams avrà il suo problema con i roditori che ben conosce perché quando il padre alcolizzato era nella sua macelleria e la madre in altre case come donna delle pulizie, lui cresceva in una casa popolare di Brooklyn, infestata dai ‘rats’. Adams è stato l’unico candidato sindaco a parlare di questo problema in campagna elettorale e in un’intervista al programma radiofonico statunitense The Breakfast Club, ha detto addirittura che vorrebbe piazzare in tutta la città una trappola a forma di secchio che attira i roditori con l’odore del cibo, annegandoli in una soluzione a base di aceto, presentata anche in occasione del Rat summit nel 2019.
Ora sarà una sfida anche per il neosindaco della Capitale Roberto Gualtieri, perché il problema dei topi a Roma è immemore. Nei primi anni del ‘900 Ernesto Nathan, anche lui appena eletto sindaco di Roma, esaminando il bilancio comunale si accorge della voce ‘frattaglie per gatti’, il cui compito sarebbe stato quello dare la caccia ai topi dagli archivi comunali. Nathan così depenna la voce, da quel momento i felini avrebbero dovuto sfamarsi solo con i topi catturati. Qui nasce il detto ‘Nun c’è trippa pe’ gatti’.
Sicuramente ce ne è per Gualtieri che ha 40 milioni di euro da spendere entro l’anno per l’impiego di mille operatori già inseriti nel piano Ama che avranno il compito di spazzare le strade, rimuovere le discariche abusive, igienizzare i cassonetti, curare il verde verticale ed orizzontale, manutenere le caditoie e i tombini per riuscire a cacciare i topi da Roma, come i gatti di Nathan di cent’anni fa.
Conviene aggiornare il proprio PC a Windows 11? E’ questa la domanda che si fanno in molti ed a cui hanno cercato di dare risposta anche alcuni esperti. Se vi state chiedendo qual è la risposta che hanno dato, la possiamo riassumere con “è meglio aspettare ancora un pò”.
In un articolo pubblicato da The Register, il vicepresidente della società di ricerca Gartner, Stephen Kleynhans, parla di Windows 11 come un “lifting arrivato in ritardo” e che non offre molte nuove funzionalità o modifiche per gli utenti. Secondo il dirigente “tutte queste funzionalità avrebbero potuto essere rilasciate sotto forma di aggiornamento per Windows 10“, ed infatti definisce la strategia messa su da Microsoft come “un’opportunità di marketing“.
Proprio per tali ragioni, Kleynhans consiglia alle persone, in particolar modo alle aziende, di non precipitarsi con il download del nuovo sistema operativo. Soprattutto gli utenti business, secondo il numero due di Gartner, dovrebbero valutare meglio Windows 11 prima di effettuare l’aggiornamento, e prendersi almeno un anno di tempo per analizzare al meglio tutto.
In particolare, Kleynhans afferma che l’interfaccia utente di Windows 11 potrebbe provocare confusione tra gli utenti e potrebbe evolversi nel tempo sulla base dei feedback ricevuti.
Kleynhans non si aspetta però nemmeno una rapida adozione di massa da parte degli utenti, e suggerisce che “entro l’inizio del 2023, meno del 10% dei nuovi PC aziendali sarà distribuito con Windows 11“.
Tali considerazioni ovviamente, potrebbero essere estese anche ai clienti classici, soprattutto alla luce dei recenti bug scovati in Windows 11.
Windows 10 nasconde una funzionalità anti-ransomware: come si attiva?
I ransomware possono causare danni sia ai PC personali che alle aziende, come sa bene Colonial Pipeline, l’oleodotto statunitense che nei giorni scorsi ha subìto un attacco hacker ed è stato costretto a pagare il riscatto. Windows 10, per proteggere i suoi utenti, mette a disposizione una semplice funzionalità integrata nel sistema operativo che però, come riporta Forbes, va attivata manualmente. Ecco come fare.
In realtà la procedura è molto semplice e questi pochi passaggi vi permetteranno di difendervi dai pericolosi ransomware che si stanno diffondendo a macchia d’olio, soprattutto da quando – per via dello smart working – le persone passano molto più tempo davanti al PC.
Per prima cosa dovrete cercare “protezione ransomware” nella barra di ricerca presente nel menu Start di Windows 10. Dopo aver selezionato il risultato, dovrete attivare “accesso alle cartelle controllato”, che non è abilitato di default come ci si aspetterebbe. Come spiega la dicitura che compare sotto, questa funzionalità serve a proteggere file, cartelle e aree di memoria nel dispositivo da modifiche non autorizzate da parte di applicazioni non compatibili. In pratica, impedisce ad applicazioni “ostili” di apportare modifiche.
I test effettuati dal canale YouTube “PC Security Channel” mostrano che la funzionalità di Windows 10 fa un buon lavoro quando si tratta di fermare un ransomware. Ovviamente non bisogna fare troppo affidamento su questa funzione, navigando su internet in modo poco responsabile, poiché alcuni malware riescono in ogni caso a superare queste protezioni.
Oltre ad abilitare le funzionalità di Windows, è sempre consigliato di evitare di aprire gli allegati delle e-mail ricevute da mittenti sconosciuti ed evitare di fare click su link sospetti. In ogni caso, la Protezione Ransomware di Windows 10 consente di rafforzare il proprio PC con pochi semplici passaggi.
Proprio come succede con Windows Defender, spiega PCGamesN, potrebbero esserci dei problemi durante la riproduzione di alcuni giochi per PC, rilevati in modo errato come una minaccia. Questo spiegherebbe perché Microsoft ha deciso di rendere disabilitata di default la funzione. Tuttavia esiste la possibilità di esentare qualsiasi gioco o programma che vada a interferire con la Protezione Ransomware di Windows 10, per poter continuare a giocare mantenendo attiva la funzione e salvare il proprio PC da possibili attacchi ransomware.
Le impostazioni di Google Chrome nascoste che dovresti cambiare subito
Google Chrome è indubbiamente il Browser Web più utilizzato al mondo e per questo motivo l’azienda di Mountain View introduce di volta in volta tantissime impostazioni diverse. In questo modo, tutti gli utenti potranno in qualche modo personalizzare la loro esperienza, rendendone l’utilizzo ancora più fluido e funzionale. In questa guida andremo quindi a consigliare alcune impostazioni di Google Chrome da considerare prima di altre, in quanto abbastanza determinanti per quanto riguarda l’utilizzo quotidiano della piattaforma.
Pannello impostazioni di Chrome
Tutte le impostazioni che vedremo saranno incluse all’interno di un solo pannello, con il quale Chrome potrà tranquillamente essere perfezionato. Per questo motivo, vi invitiamo a raggiungerlo immediatamente, poiché tutta la guida si baserà su questo elenco di opzioni.
Per farlo, non servirà altro che cliccare sull’icona con tre puntini in alto a destra e subito dopo continuare con “Impostazioni”. A questo punto si avvierà una nuova schermata ricca di possibilità, con la quale chiunque potrà interagire.
Ora, vediamo quelle che, secondo la nostra opinione, andranno immediatamente modificate.
Disattivare le notifiche dei siti
Ogni volta che si visita un sito Web capace di offrire delle notifiche, appare un pop-up di richiesta per consentire proprio i suddetti avvisi da parte del sito, chi non apprezzasse tale servizio può farne a meno entrando nelle impostazioni già raggiunte nel precedente paragrafo, dove sarà possibile disattivare qualsiasi richiesta di questo tipo, da tutti i siti che la offrono.
Tutto ciò che servirà fare sarà premere sulla voce “Privacy e sicurezza”, continuare con “Impostazioni sito”, poi con “Notifiche” e infine scegliere l’opzione preferita: consentire o bloccare tutte le notifiche da tutti i siti che le supportano, bloccare solo un sito cliccando su “Aggiungi” accanto a “Blocca” in alto e digitando l’URL del sito interessato, consentire solo un sito cliccando su “Consenti” e digitando l’URL del sito interessato, oppure consentire solo i messaggi più discreti in modo da non avere avvisi a cascata.
Evita il blocco degli annunci
Google Chrome dispone di serie di una funzione capace di bloccare determinati annunci che non rispettano alcune linee guida imposte dalla stessa azienda.
Tuttavia, in determinati casi, tale blocco potrebbe rendere meno fluida e godibile l’esperienza di navigazione e lasciare che il browser controlli gli annunci basati sulle proprie preferenze e cookie.
Per questo motivo sarà comunque possibile rimuoverlo e lasciare che gli annunci facciano il loro lavoro.
Per farlo, bisognerà raggiungere la solita schermata di impostazioni, scendere in basso e cliccare su “Avanzate”, raggiungere la sezione “Privacy e sicurezza”, scegliere la voce “Impostazioni contenuto” e poi “Ads”.
Adesso non servirà altro che attivare il toggle alla destra di “Consenti” in modo da attivare correttamente la visualizzazione degli annunci e rimuovere il blocco.
Caratteri e dimensioni
Non poteva ovviamente mancare anche un paragrafo dedicato alla gestione dei caratteri e delle dimensioni di visualizzazione dei vari elementi presenti su Chrome.
Ancora una volta quindi, prima di proseguire, vi invitiamo a raggiungere le impostazioni generali come visto nel primo paragrafo della guida.
Una volta fatto, non servirà altro che raggiungere la sezione “Aspetto” e cliccare su “Dimensioni carattere”.
Di default sarà presente la dimensione “Medie”, ma ovviamente l’utente potrà scegliere manualmente quale utilizzare.
All’interno del menu a comparsa saranno infatti presenti altre quattro possibilità: Grandi, Molto grandi, Piccole e Molto piccole.
Il suddetto menu apparirà nel caso in cui si deciderà di agire esclusivamente su “Personalizza caratteri”, ovvero quell’opzione che aumenterà esclusivamente la dimensione del font.
Nel caso in cui invece si preferisse aumentare o diminuire l’intera visualizzazione dei siti, sarà necessario modificare il valore alla destra di “Zoom”, cliccando su “+” o “-“ in base alle proprie preferenze.
Rivedi le tue password
Ormai quasi la totalità dei Browser Web dispone di un gestore avanzato di password, con il quale risulta essere possibile conservare tutte quelle più utilizzate in maniera sicura e utilizzarle rapidamente quando necessario per l’accesso ai profili privati.
Tale pannello può essere raggiunto dalle solite impostazioni di Chrome, ma dispone anche di un sito dedicato, il quale supporta anche altri Browser.
Tutto ciò che servirà fare sarà infatti cliccare su questo link e accedere con il proprio account Google.
Qui sarà presente prima di tutto un comodissimo tool di “Controllo password”, con il quale si potrà verificare l’effettiva sicurezza delle proprie chiavi di accesso, oltre a ricevere consigli utili per modificare eventualmente quelle meno sicure.
Inoltre, Chrome avviserà l’utente quando un particolare sito Web sarà colpito da una fuga di dati, invitandolo quindi a modificare i dati di accesso.
Subito in basso poi, non mancherà la lista di siti web dei quali si dispongono nome utente e password.
Ciò tornerà molto utile quando bisognerà accedervi, così da evitare di volta in volta di aggiungere manualmente i dati.
Tutto avverrà in completa sicurezza e velocità. Per salvare una nuova password basterà avviare il sito Web interessato, completare il primo accesso e cliccare su “Salva password” nell’avviso che apparirà in alto a destra.
Infine, cliccando sull’icona delle impostazioni in alto a destra (sempre sul sito di gestione password), si potranno modificare alcuni parametri, come: evitare la richiesta di salvataggio password quando si accede ad un sito, rimuovere l’accesso automatico, annullare gli avvisi di sicurezza per le password e esportare o importare le password salvate.
Personalizza le tue pagine di avvio
La pagina di avvio di Chrome è il primo approccio che si ha con il Browser, per questo motivo, potrebbe essere un’ottima idea quella di impostarla in maniera adeguata e funzionale.
Esistono tre diverse modalità tra cui scegliere: aprire una “Nuova scheda” (con i preferiti e la ricerca Google in primo piano), riprendere dall’ultimo sito aperto prima della chiusura, oppure avviare una pagina o un insieme di pagine pre-impostate.
Tutte queste opzioni possono essere raggiunte attraverso il solito pannello delle impostazioni e, in particolare, concentrando l’attenzione sulla sezione “All’avvio”.
Qui sarà infatti possibile scegliere “Apri la pagina Nuova scheda”, “Continua dal punto in cui avevi interrotto” o “Apri una pagina o un insieme di pagine specifiche”, scegliendo poi manualmente i siti da avviare con il pulsante “Aggiungi una nuova pagina”.
Una volta scelte, potranno anche essere modificate tramite la voce “Modifica” (o “Aggiungi”).
Invia una richiesta di non tracciamento
Per garantire una maggior privacy all’utente, Google ha introdotto sul suo Chrome l’attivazione della funzione “Non tenere traccia”, con la quale ai siti web verrà impedito di raccogliere i dati e profilare gli utenti.
In questo modo i propri dati saranno al sicuro, ma i consigli, gli annunci e i servizi non potranno più essere in linea con le proprie preferenze.
Ovviamente, una volta attivata tale opzione, si potrà comunque tornare indietro e disattivarla.
Per farlo, tutto ciò che servirà sarà: raggiungere il pannello delle impostazioni come visto nel primo paragrafo, scendere in basso fino alla sezione “Privacy e sicurezza”, cliccare sulla voce “Cookie e altri dati dei siti” e attivare (o disattivare) l’opzione relativa a “Invia una richiesta “Non tenere traccia” con il tuo traffico di navigazione”.
In questo modo quindi, ogni volta che si visiterà una pagina Web, Chrome invierà una richiesta di non tracciamento che potrà essere accettata dal sito in questione (il tutto avviene in pochissimi istanti ovviamente).
Purtroppo Google non chiarisce quali siti supportano questa funzione, perciò in alcuni casi potrebbe non funzionare.
Accesso a microfono e fotocamera Camera
Ogni volta che si visita un sito Web che richiede l’utilizzo del microfono o della fotocamera (o di entrambi), Google Chrome invia una notifica all’utente, la quale conterrà due possibili scelte: consentire l’accesso ai due elementi, oppure negarlo bloccando il sito interrompendo anche future richieste.
Una volta fatta la scelta però, si potrà comunque fare un passo indietro e modificare l’opzione selezionata. Tutto ciò potrà essere fatto dal pannello delle impostazioni.
Una volta raggiunto, bisognerà cliccare sulla voce “Impostazioni sito”, proprio sotto la sezione “Privacy e sicurezza”.
A questo punto, dopo aver premuto sul pulsante relativo a “Videocamera” o “Microfono”, sarà possibile scegliere fra varie opzioni: attivare o disattivare “Chiedi prima di accedere”, ovvero la richiesta di accedere o meno alle periferiche, controllare e modificare i siti bloccati e consentiti, eliminare una scelta fatta in precedenza attraverso l’icona del cestino a destra, oppure cliccare sul nome di un sito presente nella sezione “Bloccati” e modificare la scelta in “Consenti”, così da permettergli di utilizzare la fotocamera o il microfono (o entrambi).
Invia segnalazioni a Google
In qualsiasi istante è possibile inviare delle segnalazioni di errori su Chrome a Google. In questo modo, tutti gli utenti contribuiranno al miglioramento del suddetto Browser, così da consentire all’azienda di Mountain View di ottimizzare ulteriormente i propri servizi e causare meno problemi a chi li utilizza.
Ovviamente Google cercherà di analizzare tutti gli errori ricevuti e di verificare se effettivamente si verificano per poi risolverli e rendere disponibili nuovi aggiornamenti.
Per inviare un nuovo feedback relativo a Chrome bisognerà cliccare sull’icona con i tre puntini in alto, continuare con “Guida” e poi premere sulla voce “Segnala un problema”.
A questo punti si avvierà una finestra all’interno della quale aggiungere più dettali possibili sul problema, così come anche screenshot, immagini, indirizzi email oppure siti Web.
Una volta conclusa la scrittura della segnalazione, non servirà altro che confermare l’invio con “Invia”.
Ripristino di Chrome alle impostazioni predefinite
Infine, qualora si volesse ritornare a tutte le impostazioni predefinite di Chrome, basterà utilizzare l’opzione relativa al ripristino.
Per raggiungerla non servirà altro che avviare la solita schermata delle impostazioni, premere sulla voce “Avanzate” in basso e, nel caso in cui si utilizzasse Windows, scegliere “Ripristina impostazioni” e poi ancora “Ripristina impostazioni” nella sezione “Reimpostazione e pulizia”.
Per gli utenti Linux, Mac e Chromebook invece, sarà necessario raggiungere la sezione “Ripristino delle impostazioni”, continuare con “Ripristina le impostazioni predefinite originali” e concludere con “Ripristina impostazioni”.
Il ripristino interesserà diverse sezioni del Browser, tra cui: il motore di ricerca predefinito, la home page e le schede, la pagina “Nuova scheda”, le schede bloccate, le impostazioni dei contenuti (autorizzazione di microfono, videocamera e altre impostazioni di questo tipo), i cookie e dati anche le impostazioni e i temi selezionati.
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